L’ISTAT ha pubblicato i dati ufficiali sul PIL e sull’indebitamento delle Amministrazioni Pubbliche (AP) per il triennio 2022-2024, evidenziando una crescita economica inferiore alle previsioni ma un miglioramento del deficit. Il prodotto interno lordo italiano, ai prezzi di mercato, ha raggiunto i 2.192 miliardi di euro, con un aumento del 2,9% in termini nominali. Tuttavia, la crescita reale si è fermata allo 0,7%, al di sotto dell’1% stimato dal governo.

Parallelamente, il rapporto deficit/PIL ha registrato una performance migliore del previsto, attestandosi al 3,4%, rispetto al 7,2% del 2023 e al 3,8% stimato inizialmente dall’esecutivo. Questo miglioramento è stato favorito dall’incremento delle entrate fiscali e da una gestione più contenuta della spesa pubblica.

Nel 2024, il PIL ai prezzi di mercato è stato pari a 2.192.182 milioni di euro correnti, registrando un aumento del 2,9% rispetto all’anno precedente. In termini reali, il PIL è cresciuto dello 0,7%, confermando una crescita moderata dell’economia italiana.

Analizzando le componenti del PIL, si osserva che la domanda interna ha contribuito positivamente, con un incremento dello 0,5% degli investimenti fissi lordi e dello 0,6% dei consumi finali nazionali. Sul fronte del commercio estero, le esportazioni di beni e servizi sono aumentate dello 0,4%, mentre le importazioni sono diminuite dello 0,7%

Per quanto riguarda i settori produttivi, il valore aggiunto ha registrato aumenti in volume del 2,0% nell’agricoltura, silvicoltura e pesca, dell’1,2% nelle costruzioni e dello 0,6% nelle attività dei servizi. Al contrario, l’industria in senso stretto ha subito una lieve contrazione dello 0,1%.

L’indebitamento netto delle AP, misurato in rapporto al PIL, è stato pari al -3,4% nel 2024, in miglioramento rispetto al -7,2% registrato nel 2023. Questo risultato indica una significativa riduzione del deficit pubblico, attribuibile principalmente all’aumento delle entrate fiscali e a una gestione più efficiente della spesa pubblica.​

Il saldo primario, che rappresenta l’indebitamento netto al netto della spesa per interessi, è risultato positivo e pari allo 0,4% del PIL nel 2024, segnando un miglioramento rispetto ai deficit registrati negli anni precedenti.

La pressione fiscale complessiva è aumentata al 42,6% del PIL nel 2024, rispetto al 41,4% del 2023, raggiungendo il livello più alto degli ultimi anni. Questo incremento è dovuto principalmente all’aumento delle entrate tributarie e contributive.​

Nonostante la riduzione del deficit, il debito pubblico italiano è aumentato al 135,3% del PIL nel 2024, rispetto al 134,6% dell’anno precedente. Questo incremento è attribuibile agli effetti residui di precedenti politiche fiscali espansive, come gli incentivi per le ristrutturazioni edilizie.

Per il 2025, il governo prevede un PIL in crescita dell’1,2%, ma diversi analisti ritengono che questa stima sia ottimistica, considerando il rallentamento del ciclo economico globale e le incertezze legate alle politiche monetarie europee. Le prossime mosse dell’esecutivo saranno cruciali per sostenere la crescita e consolidare i conti pubblici, con un’attenzione particolare alle riforme strutturali e alle politiche di incentivazione degli investimenti.

Istat pubblica i nuovi dati su Pil e deficit
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