I nuovi dazi annunciati da Donald Trump scuotono i mercati finanziari su entrambe le sponde dell’Atlantico. L’ex presidente americano – e attuale candidato alla Casa Bianca – ha confermato l’introduzione, a partire dal 1° giugno, di tariffe del 50% sulle importazioni europee. Una decisione che ha fatto virare in negativo le Borse del Vecchio Continente, trascinando al ribasso anche Wall Street all’apertura. Tra i listini più colpiti spicca Piazza Affari, penalizzata in attesa di sviluppi dal fronte diplomatico: nelle prossime ore è infatti prevista una telefonata tra il commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic e uno dei due capi negoziatori statunitensi, l’ambasciatore Jamieson Greer.

Attualmente, è in vigore una tregua tariffaria di 90 giorni, destinata a scadere l’8 luglio, durante la quale le tariffe restano ferme al 10%. L’obiettivo dichiarato da Trump è riequilibrare il disavanzo commerciale con l’Unione Europea, che nel 2024 ha raggiunto i 198,2 miliardi di dollari: una differenza marcata tra i 531,6 miliardi di beni europei esportati negli USA e i 333,4 miliardi di prodotti americani spediti in Europa. L’Italia figura tra i Paesi con il maggior surplus commerciale verso gli Stati Uniti, pari a circa 35 miliardi di euro, il terzo più ampio nell’Eurozona.

“Dal primo giugno, tariffe al 50%. Le trattative con l’Europa non portano risultati”, ha tuonato Trump.
Milano cede il 3%, in una giornata nera per i mercati.

L’Italia si conferma tra le economie europee più esposte ai dazi americani, in particolare per la sua alta quota di esportazioni di prodotti finiti (19% del totale, rispetto all’11% della media UE) e nel comparto alimentare (11% contro il 5%). Secondo ISPI, l’impatto delle tariffe varierà a seconda dei settori coinvolti, ma quelli chiave per il Made in Italy sono già sotto pressione.

Nel dettaglio, le esportazioni italiane di macchinari e veicoli verso gli Stati Uniti valgono quasi 24 miliardi di euro, di cui circa un terzo riguarda macchinari industriali e un sesto automobili. Il comparto alimentare pesa per circa il 12% dell’export, con una forte presenza di bevande alcoliche e analcoliche, oltre a cereali, latticini e uova.

Anche il settore moda e arredo, storicamente meno vulnerabile, potrebbe subire una contrazione contenuta ma significativa, stimata dall’Istat intorno al 2-3%. Il tessile, già in affanno, ha registrato nel 2024 un calo dello 0,7% dell’interscambio con gli Stati Uniti, fermandosi a 2,8 miliardi di euro.

Nelle ultime settimane Trump ha inoltre ventilato l’estensione dei dazi al settore farmaceutico, inizialmente escluso dalle misure. Secondo le stime di Farmindustria, l’introduzione di dazi del 25% sui farmaci importati potrebbe generare costi complessivi per 76,6 miliardi di dollari a livello globale, di cui 2,5 miliardi a carico delle aziende italiane.

La stretta di Trump rilancia un’agenda fortemente protezionista e rischia di innescare una nuova spirale di ritorsioni commerciali. Per l’Unione Europea, si apre una fase delicata di confronto con Washington, in un clima già segnato da tensioni geopolitiche e instabilità economica.

In attesa della prossima mossa, i mercati osservano con apprensione. L’Europa, e l’Italia in particolare, potrebbero trovarsi al centro di una nuova guerra commerciale.

Trump rilancia i dazi: dal 1° giugno tariffe al 50% sull’Europa, mercati in allarme
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