Il mercato automobilistico europeo torna a crescere, ma lo slancio è frenato dalle incertezze legate alla transizione elettrica e all’inflazione ancora alta. Secondo gli ultimi dati diffusi da ACEA (l’associazione europea dei costruttori di auto), ad aprile 2025 le immatricolazioni in Europa sono aumentate del 13% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, segnando una delle migliori performance mensili degli ultimi due anni.

L’Italia si conferma uno dei Paesi trainanti, con un incremento del 15,6% delle nuove immatricolazioni, davanti a Germania (+11,4%), Francia (+10,1%) e Spagna (+9,3%). A livello europeo, sono state vendute oltre 950.000 vetture, un segnale di tenuta dopo anni difficili segnati dalla pandemia, dalle crisi della logistica e dai rincari energetici.

Nonostante il dato complessivamente positivo, il segmento dell’auto elettrica pura (BEV) mostra segnali di rallentamento: la quota di mercato è scesa all’11,7%, in calo rispetto al 13,1% dello stesso periodo del 2024. Al contrario, le auto ibride (HEV) crescono e rappresentano ora il 30% delle nuove immatricolazioni, confermandosi come la scelta più popolare nella transizione ecologica.

 

Nel nostro Paese, il mercato elettrico è particolarmente debole: solo il 3,3% delle auto immatricolate ad aprile è 100% elettrico, contro il 12% della media UE. Le vendite sono ferme anche per via dell’attesa del nuovo piano incentivi, promesso dal Governo e più volte rinviato. Il nuovo “ecobonus” dovrebbe essere modulato in base all’ISEE e potenziato per chi rottama veicoli altamente inquinanti.

Secondo Unrae, l’unione delle case estere operanti in Italia, «serve una strategia industriale chiara, che accompagni la domanda e sostenga la filiera». In mancanza di certezze, molte famiglie e aziende continuano a puntare sull’usato o su modelli ibridi.

Nel panorama europeo, Volkswagen resta il primo gruppo per vendite, ma perde leggermente quota a favore di Toyota, che continua a guadagnare terreno grazie alla sua offerta ibrida. In crescita anche Tesla, seppur con ritmi più contenuti, mentre Stellantis mostra segnali di stabilità, con performance molto buone in Italia e Francia.

Il contesto globale resta incerto. L’annuncio di Donald Trump di voler introdurre dazi al 50% sulle auto straniere in caso di rielezione potrebbe sconvolgere gli equilibri del commercio auto tra Europa e Stati Uniti. A questo si aggiungono le tensioni sul fronte della catena di approvvigionamento delle batterie, dominata da Cina e Corea del Sud.

In Europa, le case automobilistiche chiedono più investimenti pubblici per gigafactory, infrastrutture di ricarica e ricerca, mentre l’obiettivo di azzerare le emissioni delle nuove auto al 2035 rimane, per ora, confermato.

Il mercato dell’auto si muove su un crinale sottile: da una parte la ripresa post-crisi e il ritorno della domanda; dall’altra la trasformazione strutturale verso un modello sostenibile, ancora incompiuto. Il 2025 si preannuncia come un anno decisivo, in cui politica industriale, incentivi e innovazione giocheranno un ruolo cruciale nel definire il futuro della mobilità.

Auto, il mercato riparte trainato dai motori tradizionali: elettrico ancora in affanno
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