Sotto il tendone del circo allestito in fretta a Washington da Donald Trump ed Elon Musk, ormai può succedere di tutto. C’è chi ipotizza che il presidente, accortosi troppo tardi della pericolosità e dell’imprevedibilità dell’imprenditore, possa prendere sul serio le proposte radicali dell’ex stratega Steve Bannon e del consigliere Peter Navarro: aprire indagini per presunte violazioni della sicurezza nazionale, come l’uso di sostanze, incontri non dichiarati con figure sensibili per la sicurezza americana e tentativi di accedere a dati riservati del Pentagono.

C’è persino chi parla di confisca delle sue aziende strategiche, in nome della sicurezza. Altri, invece, immaginano uno scontro teatrale destinato a congelarsi in una tregua piena di risentimento.

Comunque finisca, sarà la credibilità internazionale degli Stati Uniti a pagarne il prezzo.

Da mesi, un presidente eletto per governare e un imprenditore che ha incarnato l’innovazione americana si rincorrono in una saga fatta di elogi, rancori, provocazioni e colpi bassi. La loro disputa narcisistica ha finito per oscurare tutto: dalla crisi fiscale del governo federale agli insuccessi internazionali di Trump, fino ai problemi interni alle aziende di Musk, logorate dal suo crescente attivismo politico e dall’iperattività su X.

Quando il conflitto è esploso anche sui social, il politologo Ian Bremmer ha ironizzato immaginando Putin come mediatore di una tregua verbale tra i “due Grandi Egocentrici americani”. Dietro al sarcasmo, però, si muove la realtà geopolitica: anche il Cremlino potrebbe trarre vantaggio dalla faida, tanto che un membro della Duma ha scherzato — ma non troppo — proponendo l’asilo a Musk in caso di gravi conseguenze legali negli Stati Uniti.

In questa fase confusa, le ripercussioni più immediate riguardano Tesla, già in difficoltà, e forse anche SpaceX e Starlink. Trump potrebbe ridurre le commesse federali, ma con cautela: molte delle tecnologie militari sviluppate da Musk sono insostituibili. Tuttavia, il presidente ha già colpito: ha tagliato i crediti d’imposta per Tesla (lasciando intatti quelli per i petrolieri), minacciato di annullare contratti militari e bloccato la nomina di un uomo vicino a Musk alla guida della NASA. Musk, però, non arretra e continua a criticarlo pubblicamente.

I democratici, che fino a ieri lo vedevano come un nemico, oggi osservano con interesse le sue mosse, sperando forse in un’alleanza strategica. Ma Trump non ha mai avuto scrupoli a liberarsi di chi non lo serve più, e questa rottura con uno dei suoi alleati più visibili potrebbe avere conseguenze pesanti, più sul piano politico che personale.

Il caos generato da questa guerra interna mina l’unità dei repubblicani, già in difficoltà sul fronte del bilancio federale. Alcuni falchi del partito cominciano a dissociarsi, minacciando di votare contro i conti della Casa Bianca, proprio come Musk che accusa il governo di condurre il Paese verso la bancarotta. È un’instabilità che potrebbe costare cara a Trump alle elezioni di midterm, una sconfitta che fino a poco tempo fa sembrava improbabile.

In sottofondo, resta la questione cruciale del futuro “tecnopolare” dell’America. Musk è solo il volto più noto di una corrente di tycoon della Silicon Valley vicini alla destra radicale, come Peter Thiel e Marc Andreessen, che vogliono mettere AI e criptovalute al centro della politica nazionale. Grazie alla vicinanza con Musk, sono riusciti a far nominare propri uomini in posizioni chiave del governo. Ma anche loro ora potrebbero prendere le distanze. Thiel stesso, che ha avuto alti e bassi con Musk e che era tornato al fianco di Trump, dovrà decidere da che parte stare. E il vicepresidente JD Vance — uomo di Thiel e ponte tra tech e destra tradizionalista — oggi ribadisce la sua lealtà a Trump, ma la situazione resta in evoluzione.

 

                                                                                                     Alessandro Del Fiesco

                                                                                                Presidente AsNALI Nazionale

Reality show a Washington: Trump e Musk, la battaglia degli ego
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