
Con la circolare direttoriale n. 2006 del 5 settembre 2025, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha introdotto un importante aggiornamento sulle regole per accedere alle agevolazioni della Legge 181/1989, la storica misura pensata per sostenere le aree colpite da crisi industriale. Questo nuovo intervento prende il posto della precedente circolare del 16 giugno 2022, ma riguarda soltanto le domande presentate dopo il 5 settembre 2025. Per quelle inviate prima, continuano a valere le regole in vigore fino a quella data.
La Legge 181/1989 ha come obiettivo principale il rilancio dei territori industriali in difficoltà, sostenendo progetti di ampliamento, riconversione e riqualificazione capaci di creare nuova occupazione. Le aree interessate non sono tutte uguali: alcune sono considerate “complesse”, come Gela, Livorno, Venezia e Massa-Carrara, mentre altre rientrano tra quelle “non complesse”, ma ugualmente bisognose di sostegno.
A poter presentare domanda sono società di capitali, cooperative, consorzi e reti d’impresa costituite con contratto di rete. I progetti che possono ottenere le agevolazioni sono diversi: dagli investimenti produttivi a quelli dedicati alla tutela ambientale, fino a iniziative di innovazione tecnologica e organizzativa. C’è spazio anche per la formazione del personale, e, quando si parla di progetti più grandi – cioè superiori ai 5 milioni di euro – diventa possibile includere attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale. In questi casi, la soglia minima di spesa ammissibile è fissata a 1 milione di euro; per le reti di impresa, invece, ciascun partecipante deve sostenere almeno 400.000 euro di costi. Un requisito essenziale, comunque, resta l’impegno a incrementare l’occupazione all’interno dell’unità produttiva coinvolta.
Le forme di sostegno messe a disposizione sono complementari: si può ottenere un contributo in conto impianti, un contributo diretto alla spesa e un finanziamento agevolato, che deve coprire almeno il 20% degli investimenti ammessi. La quota dei contributi viene calcolata proprio sulla base del finanziamento agevolato, sempre nel rispetto dei limiti fissati dal Regolamento europeo GBER (UE 651/2014).
L’intero iter – dalla valutazione delle domande fino all’erogazione delle agevolazioni – è gestito da Invitalia, l’agenzia nazionale incaricata di accompagnare le imprese lungo questo percorso.
Accanto alla Legge 181/1989, il MIMIT sta portando avanti anche i cosiddetti Progetti di Riconversione e Riqualificazione Industriale (PRRI), che nascono attraverso la sottoscrizione di Accordi di Programma con le istituzioni locali, le Regioni e gli altri ministeri competenti. Questi interventi hanno una portata più ampia e coinvolgono gran parte del territorio italiano: dall’Abruzzo alla Sicilia, passando per Toscana, Piemonte, Veneto, Campania e molte altre regioni.
Gli obiettivi dei PRRI vanno oltre il semplice sostegno alle imprese: si punta infatti a promuovere lo sviluppo industriale, potenziare la formazione del capitale umano, migliorare le infrastrutture e favorire la riqualificazione ambientale e produttiva di aree segnate da una crisi industriale profonda. In altre parole, non si tratta solo di rilanciare singole attività, ma di costruire un progetto integrato di rinascita per interi territori.
