Nel contesto dei nuovi scenari energetici italiani, le piccole e medie imprese (PMI) rappresentano un tassello fondamentale per la transizione green. Con il Decreto “Conto Termico 3.0”, adottato il 7 agosto 2025 dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), arriva una riforma che promette incentivi più generosi, platea più ampia e procedure più snelle, ma con alcune incertezze legate ai tempi e alle modalità operative.

Il Conto Termico 3.0 ha fatto il suo debutto ufficiale con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 27 settembre 2025. Si tratta di un passaggio formale che sancisce l’entrata in vigore della norma, anche se, di fatto, alcune disposizioni diventeranno operative soltanto dopo l’emanazione delle regole applicative: bisognerà infatti attendere le istruzioni per la presentazione delle domande e l’apertura del portale GSE.

Il decreto mette a disposizione un budget annuo complessivo di 900 milioni di euro per sostenere interventi di efficienza energetica e di produzione termica da fonti rinnovabili. La cifra è ripartita tra 400 milioni destinati alla Pubblica Amministrazione e 500 milioni riservati a privati, imprese – comprese le PMI – e al Terzo Settore. La platea dei beneficiari si amplia: oltre ai soggetti tradizionali, possono accedere anche enti del Terzo Settore, comunità energetiche rinnovabili (CER) ed edifici privati non residenziali.

Sul fronte degli incentivi, le PMI possono contare su una copertura fino al 65% delle spese ammissibili per la maggior parte degli interventi. In alcuni casi, come scuole, ospedali ed edifici pubblici nei comuni sotto i 15.000 abitanti, la Pubblica Amministrazione può arrivare al 100% di copertura. Le tipologie di lavori finanziabili per le imprese spaziano dalle pompe di calore, anche in abbinata a sistemi a gas, agli impianti a biomassa, passando per i solari termici e i sistemi di solar cooling. Sono ammissibili anche il fotovoltaico con accumulo e le colonnine di ricarica per veicoli elettrici, a condizione che siano combinati con la sostituzione dell’impianto termico, oltre a interventi sugli edifici non residenziali, come l’isolamento termico, l’efficientamento dell’involucro edilizio, la building automation e l’illuminazione ad alta efficienza.

Restano però dei vincoli. Il primo è il limite di spesa annua, che una volta raggiunto blocca l’accettazione di nuove domande. La richiesta di incentivo va inoltrata tramite portale GSE entro 60 giorni dalla conclusione dei lavori, corredandola con documentazione tecnica come diagnosi energetiche, APE, fatture e libretti degli impianti. L’erogazione dell’incentivo può avvenire in un’unica soluzione se l’importo non supera i 15.000 euro, mentre per cifre più alte è prevista la rateizzazione pluriennale. Importante ricordare che il Conto Termico 3.0 non è cumulabile con le principali detrazioni fiscali nazionali (Ecobonus, Superbonus, Bonus Ristrutturazioni) per le stesse spese, anche se resta possibile abbinarlo a incentivi locali o contributi non statali, senza superare il 100% della spesa sostenuta.

Gli effetti per le PMI potrebbero essere rilevanti. I punti di forza sono evidenti: maggior accesso agli incentivi grazie all’allargamento dei beneficiari e degli interventi ammessi; coperture più generose che riducono i tempi di ritorno sugli investimenti; e procedure semplificate che alleggeriscono il carico burocratico. Tuttavia, non mancano le criticità: le regole operative non sono ancora chiare, il budget è limitato e richiede tempi rapidi per la presentazione delle domande, e molti interventi necessitano di analisi tecniche complesse, con conseguenti costi e necessità di supporto specialistico. Inoltre, la cumulabilità limitata con altri bonus può obbligare le imprese a fare valutazioni strategiche su quale incentivo convenga di più.

In questo scenario, alcune raccomandazioni pratiche possono aiutare le PMI a cogliere le opportunità del Conto Termico 3.0. È fondamentale verificare se il proprio edificio o intervento rientra fra quelli ammessi e stimare subito costi e benefici con una diagnosi energetica. Conviene monitorare con attenzione le modalità operative che il GSE renderà note, preparando per tempo la documentazione necessaria. Le realtà che operano in piccoli comuni o nel settore sanitario e scolastico dovrebbero valutare la possibilità di accedere al 100% di copertura. Non meno importante, mappare i possibili incentivi locali cumulabili e pianificare con precisione le tempistiche: la domanda va presentata entro 60 giorni dalla fine dei lavori e potrebbero esserci tempi di attesa per l’erogazione.

Efficienza energetica: cosa cambia per le PMI con il Conto Termico 3.0
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