
Il 2026 segna un nuovo passaggio per la fiscalità digitale: il collegamento obbligatorio tra POS e registratore telematico è un tassello chiave per la trasparenza dei pagamenti e la certezza dei flussi fiscali. Per gli esercenti, si tratta di una scadenza da monitorare con attenzione: chi si adeguerà potrà beneficiare di sistemi più efficienti e meno rischi, chi non lo farà rischia di incorrere in sanzioni.
A partire dal 1° gennaio 2026, gli esercenti italiani dovranno adeguarsi a una nuova misura che mira a rafforzare la trasparenza dei pagamenti elettronici: il terminale di pagamento (POS) e il registratore telematico (o altra modalità di memorizzazione dei corrispettivi) dovranno essere «collegati», in modo da garantire che ogni incasso effettuato con strumenti elettronici sia registrato in modo coerente con la documentazione fiscale.
In pratica, la norma stabilisce che lo strumento tramite cui vengono accettati i pagamenti elettronici (POS fisico o soluzione digitale) sia associato allo strumento che registra e memorizza l’operazione commerciale (registratore telematico o procedura alternativa). In questo modo si ottiene un filo diretto tra l’incasso elettronico e la registrazione del corrispettivo.
L’operazione di associazione non richiede necessariamente un collegamento fisico tra POS e registratore, bensì una registrazione telematica tramite l’area riservata sul sito dell’Agenzia delle Entrate: si dovranno associare i codici identificativi dei dispositivi, in modo da rendere tracciabile la correlazione tra pagamento e registrazione.
Da un lato la novità rappresenta un passo verso una maggiore digitalizzazione e semplificazione (meno rischi di errori nei corrispettivi, migliore tracciabilità). Dall’altro, per alcune imprese – specialmente quelle più piccole o con sistemi di pagamento datati – può comportare un onere tecnico‐organizzativo: aggiornamento software, formazione del personale, eventuali costi di adeguamento. In caso di mancata registrazione o trasmissione dei dati, sono previste sanzioni amministrative.
La misura è parte di un pacchetto più ampio di strumenti per contrastare l’evasione fiscale e rendere più efficiente il sistema di certificazione dei corrispettivi. Collegare in modo certo l’incasso elettronico alla registrazione dell’operazione consente al Fisco di avere flussi informativi più affidabili e tempestivi.
L’obbligo riguarda tutti gli esercenti che operano come commercianti al minuto e soggetti assimilati (artigiani, ristoranti, alberghi, etc.), ossia quei soggetti che, secondo l’art. 22 del DPR 633/72, emettono documenti commerciali per i corrispettivi.
Il nuovo obbligo di collegamento tra POS e registratore telematico entrerà ufficialmente in vigore dal 1° gennaio 2026. Da quel momento, tutti gli esercenti dovranno assicurarsi che il proprio terminale di pagamento elettronico sia correttamente associato al dispositivo utilizzato per la memorizzazione e trasmissione dei corrispettivi.
È tuttavia previsto un periodo transitorio per agevolare l’adeguamento iniziale. Chi attiverà il POS tra l’1 e il 31 gennaio 2026 avrà 45 giorni di tempo — a partire dalla messa online del nuovo servizio — per completare la procedura di associazione.
Per le attivazioni successive, la regola sarà diversa: la registrazione dovrà essere effettuata entro l’ultimo giorno lavorativo del secondo mese successivo all’attivazione del POS. In pratica, chi attiva un nuovo terminale a marzo dovrà completare l’associazione entro la fine di maggio.
L’operazione sarà interamente gestita online, attraverso l’area “Fatture e Corrispettivi” del sito dell’Agenzia delle Entrate. L’accesso al servizio richiederà una delle credenziali digitali riconosciute — SPID, Carta d’Identità Elettronica (CIE) o Carta Nazionale dei Servizi (CNS) — e consentirà di collegare i codici identificativi del POS e del registratore telematico, così da rendere tracciabile ogni pagamento elettronico.
Per arrivare pronti all’appuntamento del 2026, sarà importante per commercianti, artigiani e professionisti verificare in anticipo le dotazioni tecnologiche e i dati già registrati presso l’Agenzia delle Entrate.
In particolare:
- controllare quali POS sono attualmente in uso e se i relativi dati sono già stati comunicati dal fornitore del servizio di pagamento (banca o operatore);
- identificare i registratori telematici attivi — o, in alternativa, le soluzioni software utilizzate per la memorizzazione dei corrispettivi — e reperire i rispettivi codici identificativi;
- associare i codici del POS e del registratore direttamente nell’area riservata del portale dell’Agenzia;
- chi utilizza soluzioni software o una procedura web in luogo del registratore fisico dovrà assicurarsi che tali sistemi rispettino i requisiti tecnici richiesti, in particolare la corretta memorizzazione e trasmissione dei dati dei corrispettivi in forma aggregata.
