Bruxelles presenta il format dell’obbligazione verde europea. Le linee guida prevedono l’obbligo di allineamento alla tassonomia, trasparenza dell’emittente e autorevolezza dei revisori. Questi ultimi saranno registrati in un Albo dell’Esma.

Annunciato il 14 gennaio 2020 dal Green Deal Europeo e adottato martedì 6 luglio dalla Commissione Europea, il regolamento ha come principale obiettivo quello di sviluppare il mercato dei green bond, contribuire all’unione dei mercati dei capitali e ridurre il rischio di greenwashing (strategia di comunicazione incentrata su tematiche ambientali, cui non corrisponde, all’atto pratico, una reale condotta operativa).

Il Green Bond Standard Europeo (Eugbs), una volta terminato l’iter legislativo, aspirerà a rappresentare il benchmark per eccellenza nella complessa galassia degli investimenti a reddito fisso di carattere green.

Attraverso la creazione dello standard, la Commissione mira a:

  • migliorare la capacità degli investitori di identificare e dare fiducia alle obbligazioni verdi di alta qualità;
  • facilitare l’emissione di queste obbligazioni verdi di alta qualità chiarendo le definizioni di attività economiche green;
  • standardizzare le pratiche di revisione (interna ed esterna), introducendo un regime volontario di registrazione e supervisione.

3 sono gli obblighi imposti agli emittenti per ottenere il titolo di Green Bond:

  1. Obbligo di tassonomia

I proventi dell’obbligazione devono essere necessariamente destinati ad attività e voci di spesa in piena conformità con i requisiti sanciti dal regolamento sulla tassonomia, che soddisfino almeno uno dei seguenti obiettivi:

  • mitigazione dei cambiamenti climatici (riduzione delle emissioni di gas serra);
  • adattamento al cambiamento climatico;
  • uso sostenibile dell’acqua;
  • economia circolare;
  • prevenzione dell’inquinamento;
  • protezione della biodiversità.
  1. Percorso certificato

Gli emittenti, prima di emettere un green bond, dovranno compilare una scheda informativa sul bond e assicurarsi che questa sia sottoposta a verifica di un revisore esterno pre-emissione.

La relazione di conformità in questione dovrà ottenere anche una revisione post-emissione redatta da un revisore esterno. Per alcuni emittenti (come per esempio specifiche banche), l’obbligo di ottenere una revisione post-emissione sarà annuale.

Viene inoltre introdotto l’obbligo in capo agli emittenti di pubblicare almeno un rapporto sull’impatto ambientale complessivo dell’obbligazione.

  1. Solo revisori dell’albo ESMA

Viene infine definito e regolamentato il processo e i requisiti che i revisori e i collaboratori coinvolti dovranno rispettare, per essere accreditati a revisionare i green bond europei. I revisori esterni dovranno infatti registrarsi presso l’Autorità Europea degli Strumenti Finanziari e dei Mercati (Esma) e dovranno soddisfare le condizioni per la registrazione su base continuativa.

Green Bond: arriva lo Standard Europeo
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