La Commissione Europea dà il via al Piano RePowerEU con l’obiettivo di rispondere agli effetti della guerra in Ucraina e alla richiesta di proposte del Consiglio europeo del 24-25 marzo 2022.

Il piano prevede una modifica al regolamento sul Recovery fund che consentirà ai Paesi che, come l’Italia, hanno già chiesto tutti i sussidi e i prestiti a loro assegnati dal Pnrr, di fare domanda per ottenere ulteriori prestiti. I governi che vorranno avere nuovi finanziamenti dovranno presentare un piano che includa un cronoprogramma, che sarà valutato dalla Commissione in base alla disponibilità di prestiti inutilizzati dagli altri Stati prima di autorizzare i fondi.

Scopo del piano RePowerEU è trasformare in modo strutturale il sistema energetico europeo, affrontando due sfide parallele:

  • la fine della dipendenza dal gas russo;
  • accelerare la transizione energetica.

Per raggiungere questi obiettivi, il piano individua 4 aree d’intervento:

1. Risparmio energetico

La proposta è quella di aumentare gli obiettivi di efficienza energetica dal 9% al 13% nel contesto del pacchetto “Fit for 55”. Il tal senso La Commissione ha pubblicato una Comunicazione sui cambi comportamentali per ridurre la domanda di gas e petrolio del 5%. Si prevede inoltre la possibilità di esenzioni IVA sui sistemi di riscaldamento o raffreddamento efficienti.

2. Diversificazione e partenariati internazionali

All’interno del piano c’è la creazione di un “piattaforma UE dell’Energia” che consentirà acquisti congiunti di gas, LNG e idrogeno su base volontaria. La Commissione intende proporre in futuro un vero e proprio “meccanismo di acquisto congiunto”. In aggiunta a ciò, sono previste anche iniziative di diplomazia energetica sia per la diversificazione che per il supporto agli altri partner colpiti dalla crisi (Balcani Occidentali, Ucraina, Moldova e Georgia).

3. Accelerazione sulle rinnovabili

Nel piano si prevede un aumento della quota di rinnovabili dal 40% al 45% nel 2030 (oggi la quota è del 22%).  Per raggiungere questo obiettivo la Commissione europea ha proposto di rendere obbligatori i pannelli fotovoltaici per tutti gli edifici pubblici e commerciali dal 2026 in poi, superata una specifica metratura. I pannelli diventeranno obbligatori per tutti gli edifici residenziali dal 2030.

In particolare, le installazioni di pannelli fotovoltaici dovrebbero più che raddoppiare in termini di capacità fino a sfiorare i 600 gigawatt entro il 2030. Per facilitare l’iter che autorizza gli impianti, Bruxelles intende proporre di selezionare, insieme ai Paesi membri, specifiche aree geografiche destinate all’eolico e al fotovoltaico.

Oltre a ciò, il piano si prefigge di moltiplicare gli sforzi sulla produzione dell’idrogeno da rinnovabili con investimenti infrastrutturali ed utilizzare e produrre maggiormente biometano.

4. Investimenti intelligenti

Viene data la possibilità a chi non l’ha ancora fatto di richiedere i 225 miliardi di euro di prestiti ancora a disposizione, e in aggiunta è previsto l’utilizzo di fondi di coesione (26,9 miliardi), PAC (7,5 miliardi) e proventi ETS (20 miliardi) per un totale di 279,4 miliardi.

Al piano, infine, si affiancano misure di breve termine sul mercato dell’energia. Queste comprendono:

  • interventi sul mercato del gas;
  • opzioni per gli Stati membri di intervento sui mercati dell’energia nazionali, incluso la ridistribuzione di extra-profitti;
  • misure UE in caso di completa interruzione delle forniture di gas russo, che includono un tetto ai prezzi;
  • impegno di adottare proposte per proteggere meglio i consumatori in futuro.
RePowerEU: fine dipendenza e transizione energetica
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