Il Ministero della Transizione Ecologica ha predisposto il Piano Nazionale di risparmio energetico a cui saremo tenuti per l’autunno e l’inverno 2022.

In attesa dell’indipendenza dalla fornitura russa prevista per il 2024, in coerenza con gli obiettivi europei, l’Italia deve ridurre del 15% i consumi di gas naturale nella prossima stagione invernale attraverso una molteplicità di azioni che vanno dalla massimizzazione della produzione a carbone e olio delle centrali esistenti ai risparmi sul consumo veri e propri.

Le regole da seguire prevedono:

  • 15 giorni in meno di riscaldamento nel corso della stagione, posticipando di otto giorni la data di inizio e anticipando di sette giorni la data di fine esercizio;
  • un grado in meno: livello massimo consentito scende a 19 gradi per il settore residenziale e a 17 gradi per imprese e artigiani;
  • un’ora in meno al giorno: il riscaldamento resta acceso per un’ora in meno per l’intera stagione invernale;
  • orari di accensione riscaldamento.

Il Piano contiene il dettaglio degli orari di accensione consentiti, ripartiti per zone. Il territorio italiano è infatti diviso in sei diverse zone climatiche, con diverse regole di accensione del riscaldamento parametrate alle temperature medie e alla durata dell’inverno.

Il documento prevede inoltre la sostituzione gas con altre fonti di energia. In tal senso la massimizzazione della produzione a carbone e olio delle centrali esistenti regolarmente in servizio contribuirebbe per il periodo 1° agosto 2022 – 31 marzo 2023 a una riduzione di circa 2,1 miliardi di metri cubi di gas.

Il risparmio energetico, secondo il MITE, può derivare anche da comportamenti consapevoli e intelligenti nel consumo di gas e di energia elettrica, che incidano non solo sul contenimento della domanda e sui costi in bolletta degli utenti ma anche sulle politiche di decarbonizzazione.

Tali comportamenti virtuosi si attuerebbero con:

  • la riduzione della temperatura e della durata delle docce;
  • l’utilizzo anche per il riscaldamento invernale delle pompe di calore elettriche usate per il condizionamento estivo;
  • l’abbassamento del fuoco dopo l’ebollizione;
  • la riduzione del tempo di accensione del forno;
  • l’utilizzo di lavastoviglie e lavatrice a pieno carico;
  • il distacco della spina di alimentazione della lavatrice quando non in funzione;
  • lo spegnimento o inserimento della funzione a basso consumo del frigorifero quando in vacanza;
  • la riduzione delle ore di accensione delle lampadine.

Le stime dell’impatto di tutte le misure di contenimento portano ad un potenziale di circa 5,3 miliardi di Smc di gas, considerando la massimizzazione della produzione di energia elettrica da combustibili diversi dal gas (circa 2,1 miliardi di Smc di gas) e i risparmi connessi al contenimento del riscaldamento (circa 3,2 miliardi di Smc di gas), cui si aggiungono le misure comportamentali da promuovere attraverso campagne di sensibilizzazione degli utenti ai fini di un comportamento più virtuoso nei consumi.

 

L’obiettivo del piano è nel medio termine (a partire dalla seconda metà del 2024) di ridimensionare drasticamente la dipendenza dal gas russo e comunque di ridurre l’uso del gas in generale.

Nel breve termine sono necessarie le misure di contenimento sopra descritte, in particolare per evitare il più possibile un eccessivo svuotamento degli stoccaggi nazionali anche in previsione della stagione 2023-2024, nell’ipotesi in cui si fermassero gli approvvigionamenti di gas russo. Attualmente il piano di stoccaggio in vista del prossimo inverno, come potenziato dalle misure anticrisi energetica approvate successivamente alla guerra in Ucraina, procede puntualmente: al primo settembre, infatti, gli stoccaggi erano all’83%, in linea con l’obiettivo di riempimento superiore al 90%.

Pronto il Piano Nazionale di risparmio energetico contro la crisi del gas russo
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