Le spinte internazionali ed europee verso il nucleare sono sempre più forti. Nel contesto della Cop28, in corso a Dubai, 22 Paesi hanno sostenuto l’approvazione della Declaration to Triple Energy by 2050 che, oltre a sostenere il ruolo chiave dell’energia nucleare nel raggiungimento dell’obiettivo zero emissioni nette, punta, come suggerisce il nome stesso, a triplicare la potenza nucleare installata entro il 2050.

In virtù di ciò l’Italia punta ad accelerare sulla fusione nucleare. A tal proposito il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha dichiarato “con il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, siamo d’accordo sullo sviluppo di un piano che parta dalla formazione, dalla ricerca, e quindi dallo sviluppo della tecnologia sul nucleare avanzato, pulito e sicuro”.

L’accordo di Dubai, oltre a Stati Uniti, Giappone, Regno Unito ed Emirati Arabi, vede coinvolti diversi Paesi europei come Francia, leader del nucleare, Bulgaria, Repubblica Ceca, Finlandia, Ungheria, Moldavia, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Svezia e Ucraina.

L’Italia non è tra i Paesi aderenti ma le aziende italiane svolgono comunque un ruolo di primo piano in fatto di energia atomica. L’attenzione del governo italiano verso l’atomo è alta, come dimostrato dallo stesso ministro Urso, che il 10 novembre ha incontrato rappresentanti Edison, Ansaldo Nucleare, Enea, Politecnico di Milano e Nomisma Energia per discutere uno studio sull’energia nucleare di nuova generazione e pochi giorni dopo si è recato in Slovacchia all’inaugurazione del nuovo reattore della centrale di Mochovce, realizzato da Enel. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy ha inoltre delineato l’obiettivo del Governo sul tema ovvero “accelerare sulla fusione nucleare per centrare l’obiettivo nel 2050”.

Nel frattempo, l’Unione europea si prepara a lanciare un’alleanza industriale per la tecnologia SMR, Small Modular Reactor, che potrebbe essere avviata già all’inizio del 2024.

Inoltre, il Belgio ospiterà a marzo, insieme all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), il primo vertice mondiale sul nucleare. Un appuntamento cui l’Italia potrebbe partecipare da osservatore, come dichiarato dal ministro Pichetto Fratin intervenendo alla Giornata dell’Associazione Italiana Nucleare il 5 dicembre.

“Il nostro obiettivo di mettere a sistema istituzioni, enti universitari e di ricerca, aziende private attorno all’ipotesi di un ritorno al nucleare sta diventando un obiettivo strategico del Paese”, sottolinea ancora il numero uno del MASE. Che sempre nel corso della Giornata dell’Associazione Italiana Nucleare spiega i due elementi chiave del percorso del Governo: “Non è prevista né ipotizzata la realizzazione di centrali nucleari nel nostro Paese, ma si ragiona solo sui piccoli reattori modulari che dovrebbero essere sul mercato tra una decina di anni; non è previsto alcun impegno diretto dello Stato nella costruzione di impianti nucleari, ma solo una funzione di regolazione e autorizzazioni. Saranno i privati, i poli industriali, le comunità locali a decidere l’uso e la localizzazione dei piccoli reattori”.

Mimit e Mase a lavoro per il ritorno del nucleare
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