Giovedì 27 ottobre si è riunito il Consiglio dei ministri per emanare il decreto Recovery al fine di facilitare il raggiungimento entro fine anno degli obiettivi del PNRR e mettere in sicurezza i fondi che l’Italia attende da Bruxelles. Il provvedimento è collegato alla manovra 2022, che a sua volta approderà giovedì sul tavolo del governo. Obiettivo del decreto è dare attuazione a una parte degli impegni assunti dal nostro Paese a fronte degli aiuti europei da oltre 190 miliardi di euro collegati al programma Next Generation Eu.

Tante le misure incluse nei 42 articoli del decreto Recovery (o decreto PNRR) recante disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: dal turismo agli investimenti infrastrutturali, dalla rigenerazione urbana alle zone economiche speciali (Zes), dalle borse di studio per l’accesso all’università alle scuole innovative.

Nel disegno di legge fanno capolino anche il Fondo ripresa resilienza Italia, per l’attuazione dei Piani urbani integrati e lo sviluppo del settore turistico, e il Fondo per la Repubblica digitale, per accrescere le competenze digitali.

Turismo

I primi articoli del decreto PNRR sono dedicati al turismo, con misure ad hoc per rimediare agli effetti della pandemia. Tra queste:

  • superbonus dell’80% (cedibile) per interventi di riqualificazione delle strutture e contributi a fondo perduto fino a 40mila euro per migliorare la ricettività delle imprese turistiche;
  • istituzione di una sezione speciale per il turismo nel Fondo centrale di garanzia per le PMI;
  • un fondo rotativo imprese FRI per gli investimenti di sviluppo nel turismo;
  • benefici fiscali ad hoc per la digitalizzazione di agenzie e tour operator.

Si prevede anche l’istituzione del Fondo Ripresa Resilienza Italia per il sostegno delle imprese turistiche e per sostenere interventi di rigenerazione la cui gestione è affidata alla Banca Europea per gli Investimenti, con una dote di 773 milioni di euro.

Digitale

Al digitale e in particolare al miglioramento delle competenze, è dedicato un fondo ad hoc, il “Fondo per la Repubblica Digitale”, che nasce con una dotazione di circa 500 milioni fino al 2026 per sostenere progetti rivolti alla formazione e all’inclusione digitale con l’obiettivo di aumentare le competenze tecnologiche della popolazione. La procedura di gara per la costituzione del Polo strategico nazionale, che dovrà ospitare in modalità cloud i dati più sensibili della PA, sarà affidata a Difesa Spa, società controllata dal Ministero della Difesa. Si proverà inoltre a sbloccare lo stallo in cui versano le Zone economiche speciali (ZES) grazie alla creazione di uno sportello unico digitale dove far confluire tutte le autorizzazioni. 

Scuola e Università

Il decreto Recovery punta a sbloccare gli importi e i requisiti delle borse di studio per l’accesso alle università. Il pacchetto istruzione prevede anche alcune modifiche ai percorsi di laurea per promuovere l’interdisciplinarità, permettendo agli studenti di conseguire crediti formativi anche in corsi affini a quello scelto per la laurea.

In merito alla scuola, è prevista l’indizione da parte del Ministero dell’Istruzione di un concorso per la costruzione di scuole innovative dal punto di vista architettonico e strutturale, articolato in due gradi:

  • il primo è finalizzato alla presentazione di idee progettuali;
  • il secondo grado, cui accedono le migliori proposte progettuali, è volto alla predisposizione di progetti di fattibilità tecnica ed economica.

Infrastrutture ferroviarie e rigenerazione urbana

Il provvedimento prevede una semplificazione delle procedure riguardanti gli investimenti ferroviari e, sul fronte della rigenerazione urbana, misure riguardanti:

  • gli interventi comunali in materia di efficientamento energetico, rigenerazione urbana, mobilità sostenibile e messa in sicurezza degli edifici e valorizzazione del territorio,
  • risorse alle Città Metropolitane in attuazione della linea progettuale “Piani Integrati – M5C2 – Investimento 2.2”.

Il decreto Recovery stanzia 2,5 miliardi di euro su cinque anni (dal 2022 al 2026) per contrastare il degrado urbano in Italia. In particolare, si punta a contrastare l’emarginazione e le situazioni di degrado sociale, a promuovere la rigenerazione urbana attraverso il recupero, la ristrutturazione e la rifunzionalizzazione ecosostenibile delle strutture edilizie e delle aree pubbliche, nonché a sostenere progetti legati alle smart cities.

Ambiente

Oltre a una serie di azioni per le risorse idriche, il decreto Recovery prevede l’adozione di un Piano d’azione per la riqualificazione dei siti orfani al fine di ridurre l’occupazione del terreno e migliorare il risanamento urbano. Previste anche una proposta di riduzione dei tempi del procedimento di Valutazione ambientale strategica (Vas) e una misura volta a definire gli obblighi dei produttori in relazione alla gestione del fine vita degli impianti fotovoltaici.

Cantieri

Con lo scopo di mantenere i controlli antimafia e al tempo stesso evitare che si blocchino i lavori, è prevista una revisione delle regole procedurali e attuative nei cantieri, dall’amministrazione giudiziaria, al controllo giudiziario delle aziende e al contradditorio nel procedimento di rilascio dell’interdittiva antimafia.

Dl Recovery: da superbonus turismo a rigenerazione urbana
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