La Commissione europea ha presentato una serie di nuove proposte per affrontare i continui rincari dell’energia e al tempo stesso agevolare gli approvvigionamenti complessivi in modo da accumulare scorte adeguate in Europa.

La strategia fa ricorso a normative di emergenza per agire su tre canali:

  • acquisti congiunti minimi obbligatori dei Paesi a livello Ue sull’energia;
  • interventi sugli indici dei prezzi volti a limitare la volatilità, fissando limiti dinamici o meccanismi di controllo sui prezzi;
  • regole minime di solidarietà tra Stati in caso di penurie di approvvigionamento.

Nello specifico la strategia si traduce il un price cap dinamico e temporaneo in grado di evitare un’eccessiva volatilità dei prezzi e prevenire picchi estremi dei derivati energetici, ed un nuovo indice di prezzo complementare per il Gnl (gas naturale liquefatto), alternativo rispetto al Ttf di Amsterdam.

Come sottolineato dalla la presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen, “la quota russa del gas via gasdotto è scesa al 9%, i 2/3 delle forniture russe è stato tagliato….siamo preparati per affrontare l’inverno. Ma dobbiamo anche accelerare gli investimenti nelle energie rinnovabili e nelle infrastrutture. Investire di più e più velocemente nella transizione verso l’energia pulita è la nostra risposta strutturale a questa crisi energetica”.

La proposta di Bruxelles prevede anche di assicurare l’ottimizzazione di utilizzo degli impianti di rigassificazione presenti, evitando esplicitamente che un operatore possa bloccarne il funzionamento prenotandone l’utilizzo senza poi effettivamente sfruttarlo.

Secondo la presidente in primavera non sussistevano le condizioni per porre in essere le opportune strategie in quanto gli stoccaggi erano vuoti e non si disponeva di piattaforme per acquisti comuni o riduzioni coordinate dei consumi né per la tassazione degli extra-profitti.

La proposta di obbligo di acquisti congiunti di energia da parte dei Paesi Ue è stata fissata al 15% delle riserve di gas in quanto è sull’ultima frazione delle riserve che si creano più attriti e potenziali gare tra Paesi per reperire approvvigionamenti.

Nei prossimi giorni sarà inoltre discussa la possibilità di estendere alla Ue il modello iberico praticato in Spagna e Portogallo per limitare il prezzo dell’elettricità, che prevede l’intervento pubblico a copertura della differenza tra il prezzo di mercato e il prezzo praticato ai consumatori.

Tale soluzione è stata contrastata da diversi paesi, tra cui l’Italia perché da un lato, non tutti gli stati hanno lo spazio di bilancio per finanziarie un intervento di sussidio di questa natura (non esistendo un fondo specifico comune), dall’altro lato perché il prezzo calmierato da uno stato può essere beneficiato anche da acquirenti di un altro stato.

Il 25 ottobre il Consiglio Affari Energia dovrà esprimersi sulla proposta legislativa, che potrà avere luce verde solo a novembre, quando la presidenza ceca convocherà una nuova riunione straordinaria dei ministri dell’Energia.

Ue sul caro energia: price cap temporaneo e acquisti congiunti
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