La neoeletta presidente del Consiglio Giorgia Meloni oggi alla Camera per le dichiarazioni programmatiche del Governo, ha delineato gli orientamenti del nuovo Esecutivo e le priorità che guideranno i prossimi provvedimenti di carattere economico.

La premier ha iniziato il discorso dalla crisi energetica che impone di adottare in fretta una serie di provvedimenti, a partire dai nuovi aiuti a imprese e famiglie alle prese con il caro bollette.

L’idea sembra essere distribuire gli interventi tra un nuovo decreto Aiuti e il disegno di legge di Bilancio 2023, che il Parlamento dovrà adottare definitivamente entro il 31 dicembre 2022.

Il nuovo governo ha rassicurato Meloni, si muoverà nel rispetto delle regole europee e perseguirà nel dialogo con Bruxelles per cambiare le regole che non funzionano, in particolare il Patto di stabilità e crescita e indirizzare l’Unione verso risposte più efficaci alle crisi.

Nessuna discontinuità anche sul sostegno all’Ucraina e sul pressing per misure europee alla crisi energetica, ma ai segnali positivi dell’ultimo Consiglio europeo devono seguire interventi concreti, altrimenti la speculazione ripartirà.

Dal momento che l’aumento dell’inflazione sta erodendo il potere di acquisto, si prevedono azioni mirate per il reddito delle famiglie, tra cui:

  • la riduzione delle imposte sui premi di produttività;
  • l’innalzamento ulteriore della soglia di esenzione dei cosiddetti fringe benefit;
  • il potenziamento del welfare aziendale;
  • l’allargamento della platea dei beni primari che godono dell’IVA ridotta al 5%.

Parallelamente il Governo intende lavorare alla diversificazione delle fonti energetiche, sfruttando il patrimonio di energia verde di cui in particolare il Mezzogiorno dispone, e portare avanti una politica industriale per valorizzare il made in Italy, dai marchi di alta moda all’alta tecnologia, fino alle eccellenze agroalimentari.

In agenda anche un importante opera di semplificazione burocratica e il nuovo patto fiscale basato su tre assi fondamentali:

  • riduzione delle tasse;
  • regolarizzazione delle posizioni con il fisco per cittadini e imprese in difficoltà;
  • lotta all’evasione.

Tra le priorità del nuovo Esecutivo figurano anche i tavoli di crisi industriale aperti, le tutele per i lavoratori autonomi e il capitolo pensioni, che per il momento troverà nella manovra 2023 solo lo spazio per il rinnovo delle misure di flessibilità in uscita in scadenza a fine anno ma con la promessa di sostituire la Fornero con una riforma previdenziale.

Non poteva mancare un’indicazione sul reddito di cittadinanza che verrà mantenuto e migliorato per le persone in difficoltà che non sono in grado di lavorare ma per tutti gli altri si punterà su formazione e politiche attive sfruttando anche le risorse del Fondo sociale europeo.

In merito al PNRR l’intenzione è quella di negoziare e una serie di aggiustamenti con Bruxelles per tenere conto dei rincari energetici e delle materie prime.

Anche fronte Recovery i tempi sono però serrati. Per l’avanzamento degli investimenti e delle riforme del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il quadro è stato tracciato in occasione del Consiglio dei ministri del 1° settembre, quando Draghi e l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli hanno dettato la tabella di marcia per centrare tutti i 55 obiettivi di fine anno e ottenere la terza rata da 21,8 miliardi.

L’operazione è ora resa più urgente dalle previsioni della Nadef 2022, la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza che ha ridimensionato a circa 21 miliardi le stime delle risorse che saranno effettivamente spese entro la fine di quest’anno che portano quindi a circa 170 miliardi le risorse che dovranno essere utilizzate nell’arco dei prossimi tre anni e mezzo.

Meloni traccia la tabella di marcia del nuovo governo
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