Il dl Sostegni ter ha rivisto il meccanismo di compensazione per il caro materiali, previsto per le imprese impegnate nei cantieri pubblici. L’articolo 29 interviene infatti sul caro materiali che sta causando rilevanti problemi per il settore dell’edilizia, con conseguenze non banali per la realizzazione delle opere pubbliche (incluse quelle del PNRR).

Due le principali novità:

  • l’attivazione dell’aiuto anche per variazioni più contenute dei prezzi;
  • l’aumento della compensazione assicurata alle imprese coinvolte nei cantieri pubblici.

Nel primo caso il decreto 4-2022 ha previsto che il meccanismo di compensazione si attivi in presenza di variazioni annuali dei costi dei materiali superiori (ma anche inferiori) al 5% e non più al 10%.

Nel secondo caso invece il decreto prevede che la parte eccedente tale percentuale verrà assorbita per l’80% (e non più per il 50%) dalle stazioni appaltanti.

Rispetto al regime precedente, si riducono significativamente gli oneri che l’impresa deve assumere a fronte di forti aumenti dei costi dei materiali.

Inoltre, per rafforzare il sistema anti rincari, il decreto ha previsto l’entrata in campo dell’ISTAT chiamato a calcolare, su base semestrale, le variazioni dei prezzi dei materiali più rilevanti per l’esecuzione delle opere pubbliche.

A tal proposito il decreto inserisce anche un obbligo, per le stazioni appaltanti, di inserire nei documenti di gara la clausola di revisione dei prezzi, finora facoltativa.

Le disposizioni previste dall’articolo 29 del dl 4-2022 si applicano fino al 31 dicembre 2023 per tutte le procedure di affidamento dei contratti pubblici, con o senza bando, pubblicate successivamente alla data di entrata in vigore del decreto.

Per quanto concerne la procedura di accesso agli aiuti, come avveniva precedentemente, la domanda di compensazione va essere presentata alla stazione appaltante entro 60 giorni dalla data di pubblicazione del decreto, con l’indicazione delle variazioni percentuali dei singoli prezzi dei materiali da costruzioni più significativi.

Nonostante l’ampliamento del bacino di intervento e della misura dell’aiuto, le imprese del settore edile non sono soddisfatte, in quanto considerano il decreto inadeguato perché discrimina il settore rispetto agli altri che invece hanno ricevuto finanziamenti a pioggia.

Il presidente Nazionale di AsNALI, Alessandro del Fiesco, giudica positivamente la revisione delle percentuali di variazioni dei prezzi dall’ 8 al 5%, ma ritiene “l’individuazione di un nuovo soggetto (l’ISTAT) quale incaricato di registrare le variazioni, un sostanziale autogol rispetto alle misure adottate con il decreto dello scorso novembre che ha riguardato gli aumenti per il primo semestre del 2021”. “In virtù di ciò – continua Del Fiesco – alla luce delle perdite registrate dalle nostre imprese, tali misure vanno riviste anche per quanto riguarda lo scorso anno”.

AsNALI critica il meccanismo di compensazione per il caro materiali
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