La contrazione dell’attività del settore privato si è intensificata secondo quanto mostrano gli ultimi PMI (Purchasing Managers’ Index, gli indicatori macro-economici del settore manifatturiero, dei servizi e delle costruzioni), riferiti all’eurozona. Il settore dei servizi ha evidenziato una frenata e ha smesso di essere un elemento positivo per l’economia europea, nonostante la stagione estiva, insieme al settore industriale già in fase di recessione.

I dati sono stati particolarmente negativi in Germania, dove l’attività complessiva è diminuita al ritmo più rapido dai tempi della pandemia quando l’economia tedesca ha evidenziato una brusca frenata nel maggio 2020. Dati poco incoraggianti anche per la seconda economia della zona euro, Francia, che ha riportato un terzo calo mensile della produzione, mentre il resto dei paesi dell’Eurolandia hanno registrato una  contrazione dell’attività economica più moderata.

Il Pmi composito europeo dei servizi è a 47 punti, contro i 48,5 stimati in media dagli analisti, mentre l’indice dei direttori degli acquisti del settore è a quota 48,3 rispetto ai 50,5 previsti (la soglia di 50 indica la neutralità). I dati si sommano alla crescita zero dell’ultimo trimestre che segue i due trimestri precedenti in negativo.

Immediati, i riflessi sugli andamenti di Borsa e sull’euro, che in mattinata ha ceduto rispetto al dollaro, andando a rafforzare i titoli di Stato dell’Eurozona, con i rendimenti dei titoli a 10 anni in calo. Questo scenario indica soprattutto come dall’andamento dell’economia tedesca ci possano essere pericolosi effetti a catena su altri Paesi europei, soprattutto sull’Italia, fortemente interdipendente da Berlino.

Commentando i dati flash PMI, Cyrus de la Rubia, Capo economista, Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Ogni speranza che il settore dei servizi possa salvare l’economia tedesca è evaporata. Invece, il settore dei servizi sta per unirsi alla recessione del settore manifatturiero, che sembra essere iniziata nel secondo trimestre. Il nostro modello nowcast del PIL, che incorpora la stima flash PMI, ora indica un calo dell’intera economia più profondo rispetto a prima, a quasi il -1%. I dati indicano inoltre che l’economia dell’Eurozona si contrarrà dello 0,2% nel terzo trimestre, rispetto alla crescita dello 0,3% nei tre mesi fino a giugno”, ha concluso.

In seguito alla pubblicazione dati, si è osservata una notevole discesa dei rendimenti del Bund tedesco a 10 anni (-4,6%) a 2,5%. Anche lo spread Btp/Bund in leggero calo (-0,3%) a 165 pb. L’euro in calo dello 0,3% nei confronti del dollaro a quota 1,08, il minimo da metà giugno. Inoltre dopo i dati macro relativi alla zona euro i mercati scontano un aumento dei tassi BCE di altri 25pb al meeting di Settembre al 40% e non più all’80%.

I dati arrivano in un momento complicato per la BCE, che è indecisa se alzare i tassi per la decima volta consecutiva a settembre o se fare una pausa. Insomma, i numeri flash delle PMI ad agosto sono stati uno schiaffo per i falchi della BCE, che avrebbero preferito a proseguire con il ciclo dei rialzi dei tassi per domare l’inflazione, ancora notevolmente sopra il target della BCE del 2% nel medio termine.

“I dati sulle PMI relativi al mese di agosto rafforzano le posizioni di coloro che sostengono una ‘pausa’ a settembre”, ha affermato Dirk Schumacher, economista di Natixis. “L’economia chiaramente non sta andando bene a giudicare dai numeri”.

Mentre secondo Bert Colijn, Senior Economist, Eurozone ING, “la principale preoccupazione per la Banca Centrale Europea dopo i dati di agosto è che potrebbe verificarsi l’effetto inflazionistico sulle pressioni salariali.” Scrive Colijn in un report. “L’economia europea si sta raffreddando in modo significativo, ma i falchi nel consiglio della BCE saranno tentati di spingere per un ulteriore aumento poiché le pressioni salariali si stanno traducendo in elevate pressioni inflazionistiche per il settore dei servizi. Il fatto che l’indicatore dell’inflazione dei prezzi di vendita del PMI sia aumentato leggermente questo mese, lascia chiaramente la porta aperta a un altro rialzo dei tassi da parte della BCE.”

Calo indici PMI Germania, si teme effetto domino per l’eurozona
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