Via libera dal Consiglio dei ministri al disegno di legge sulla beneficenza. La nuova normativa introduce principi di trasparenza nelle operazioni legate ad attività di solidarietà e sostegno a enti benefici nelle attività commerciali, disponendo regole e sanzioni stringenti che riguardano anche gli influencer.

Il Ddl punta ad assicurare l’affidabilità delle pratiche commerciali di produttori e professionisti nel caso in cui parte dei ricavi derivanti dalla vendita di prodotti sia destinata a scopi benefici.

Si prevede una serie di obblighi in capo a produttori e professionisti nelle fasi di promozione, vendita e fornitura dei beni oggetto delle raccolte fondi.

Anzitutto il Ddl pone l’obbligo di indicare sulle confezioni dei beni commercializzati anche a scopi benefici il soggetto destinatario dei fondi raccolti e la finalità della campagna. In aggiunta, si dovrà indicare l’importo che si intende donare, se predeterminato, o, la percentuale del prezzo di vendita da destinare in beneficenza. Informazioni, queste, che dovranno essere comunicate dai medesimi produttori e professionisti all’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcom). Inoltre, al fine di garantire maggiore trasparenza per la tutela dei consumatori, occorrerà comunicare non solo il termine entro il quale si prevede il versamento della somma ai destinatari dell’iniziativa benefica, ma anche quello in cui il pagamento è effettivamente avvenuto.

Si tratta di adempimenti la cui violazione fa scattare sanzioni amministrative che vanno da 5mila a 50mila euro. In tale eventualità, l’Agcom sarà tenuta a pubblicare i provvedimenti sanzionatori sul proprio sito istituzionale e su quello del produttore/professionista destinatario della sanzione.

Restano tuttavia alcune criticità da sciogliere come ad esempio gli obblighi degli enti del Terzo settore che, pur non avendo scopo di lucro, svolgono attività di interesse generale attraverso la produzione di beni destinati ad attività socialmente rilevanti. Tali realtà sono già tenute ad adottare precisi adempimenti imposti dalle linee guida ministeriali (Dm 22 luglio 2022) sia in termini di comunicazione che di rendicontazione.

Altro tema da valutare riguarda la proporzionalità degli adempimenti previsti dal Ddl, che non sembra distinguere in prima battuta l’elemento dimensionale del soggetto produttore né l’effettivo ambito operativo della raccolta. Si presume che sarà valutata in tal senso una deroga agli adempimenti richiesti qualora la donazione andasse a beneficio di un ente del terzo settore obbligato a rispettare canoni di trasparenza stringenti in quanto il rischio è che anche le realtà di minori dimensioni, nell’attivare una campagna benefica, siano sottoposte a misure eccessivamente onerose. Il rischio, infatti, potrebbe essere quello di disincentivare il piccolo imprenditore nell’avviare iniziative di utilità sociale. In questo senso si potrebbe rivedere l’ambito applicativo del Ddl graduando gli obblighi in ragione delle dimensioni dell’impresa produttrice e dell’impatto della sua comunicazione sui consumatori.

Ddl beneficenza, maggiori controlli anche per gli influencer
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