Il Parlamento Europeo ha approvato in via definitiva il “Critical Raw Materials Act”, il Regolamento che istituisce un quadro finalizzato a garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile delle materie prime critiche. Il prossimo passo sarà quello dell’approvazione da parte del Consiglio dell’Ue e, da ultimo, la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale europea.

Con questa normativa l’Unione punta a ridurre la dipendenza dell’Ue dalle importazioni da singoli Paesi fornitori, ponendo le basi dell’autonomia strategica dell’Europa. L’obiettivo è quello di rafforzare le capacità dell’Ue lungo tutte le fasi della catena del valore ed aumentare le resilienze nazionali riducendo le dipendenze e promuovendo la sostenibilità e la circolarità della catena di approvvigionamento strategica delle materie prime.

Attualmente l’Ue dipende fortemente dalle importazioni di materie prime critiche dai Paesi extra europei e tale dipendenza, unita alla crescente domanda mondiale dovuta al passaggio ad un’economia digitale, rende vulnerabili le catene di approvvigionamento. Basti pensare che il 98% del boro impiegato dall’Ue nella produzione di energia eolica è fornito dalla Turchia, mentre il 63% di cobalto mondiale, utilizzato nelle batterie, viene estratto nella Repubblica democratica del Congo. Ma la parte del leone spetta alla Cina che fornisce all’Ue il 97% di magnesio e, al resto del mondo, il 100% delle terre rare utilizzate per i magneti. Il commercio internazionale è pertanto essenziale per sostenere la produzione mondiale e garantire la diversificazione dell’approvvigionamento.

Il Regolamento definisce un elenco di 34 materie prime critiche, di cui 17 considerate strategiche. Rispetto al testo iniziale presentato dalla Commissione, tra queste ultime, è stato aggiunto l’alluminio, elemento di importanza chiave per il nostro Paese.

I traguardi che il Regolamento si propone di raggiungere entro il 2030 sono:

  • il 10% delle materie prime critiche consumate annualmente nell’UE dovrà essere estratto in Europa;
  • almeno il 40% del consumo annuo dovrà riguardare materie prime critiche raffinate e trasformate in Europa;
  • almeno il 25% del consumo annuo di materie prime critiche dovrà essere soddisfatto dal riciclo interno. Qui, il parlamento UE è nuovamente intervenuto alzando il target iniziale del 15% proposto dalla commissione;
  • non più del 65% del fabbisogno annuo dell’UE di ciascuna materia prima strategica, in qualsiasi fase della lavorazione, dovrà essere coperto da un unico Paese terzo.

Sono tuttavia previste delle eccezioni per i Paesi con i quali l’Ue siglerà dei partenariati strategici.

Per il raggiungimento dei risultati entro il 2030, il Regolamento ha definito quattro pilastri. 

  1. Sviluppo delle capacità europee: l’Ue deve rafforzare la sua catena di valore delle materie prime, dall’estrazione alla raffinazione, fino alla trasformazione e al riciclaggio.
  2. Miglioramento della resilienza: questo pilastro punta a migliorare la capacità dell’Ue di resistere alle perturbazioni della catena di approvvigionamento.
  3. Investimenti in ricerca e innovazione: l’Ue rafforzerà l’adozione e la diffusione di tecnologie pionieristiche nelle materie prime critiche e cercherà partenariati vantaggiosi e su larga scala con i mercati emergenti intensificando le azioni commerciali.
  4. Incentivazione delle materie prime critiche verso un’economia più sostenibile e circolare: occorre promuovere il riciclaggio delle materie prime e rendere possibile un mercato secondario forte incoraggiando il recupero delle materie prime critiche dalle strutture di deposito dei rifiuti di estrazione ed intensificando gli sforzi per attenuare gli effetti negativi in materia di diritti dei lavoratori, diritti umani e tutela dell’ambiente.

Dopo 18 mesi dall’entrata in vigore del Regolamento, la Commissione è tenuta a presentare una relazione sul consumo stimato di ciascuna materia prima critica per i successivi 30 anni.

Il “Critical Raw Materials Act” stabilisce, inoltre, delle norme volte a garantire tempi rapidi e certi per i seguenti progetti:

  • al massimo 27 mesi per i progetti geo-minerari di estrazione che consentano l’autorizzazione e l’apertura delle miniere;
  • 15 mesi per la realizzazione di progetti per la trasformazione ed il riciclaggio.

Le grandi imprese, esposte a carenze di materie prime strategiche da utilizzare in processi di alta tecnologia, dovranno effettuare una valutazione periodica dei rischi relativi alla loro catena di approvvigionamento di materie prime critiche, nella quale siano indicati la provenienza delle materie, i fattori che possono incidere sul loro approvvigionamento e le vulnerabilità alle perturbazioni dell’approvvigionamento stesso.

Critical Raw Materials Act, garantire l’indipendenza dell’UE

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