La bozza della delega sulla riforma del fisco approvata dal Cdm, prevede, da gennaio 2026, un aggiornamento del sistema della mappatura catastale e nuovi criteri aggiuntivi per la descrizione degli immobili da utilizzare, che tuttavia non saranno utilizzati per la base imponibile dei tributi. Previsti anche un riordino dell’Iva per contrastare l’evasione e una revisione delle tasse sull’energia.

La riforma del catasto interesserà in particolare immobili non censisti, abusivi ed edificabili accatastati come agricoli. Il governo prevede inoltre un aggiornamento periodico di valori e rendite e adeguate riduzioni del valore patrimoniale medio ordinario per gli edifici di interesse storico-artistico, in considerazione dei vincoli legislativi su questo tipo di unità immobiliari e dei più gravosi oneri di manutenzione e conservazione.

Con la riforma del fisco l’esecutivo punta a razionalizzare la struttura dell’Iva con particolare riferimento al numero e ai livelli delle aliquote e alla distribuzione delle basi imponibili tra le diverse aliquote. L’obiettivo è quello di semplificare la gestione e l’applicazione dell’imposta, contrastare l’erosione e l’evasione, aumentare il grado di efficienza in coerenza con la disciplina europea armonizzata dell’imposta.

La bozza prevede inoltre una revisione della tassazione indiretta sulla produzione e sui consumi dei prodotti energetici e dell’energia elettrica, in coerenza con l’European Green Deal e con la disciplina europea armonizzata dell’accisa. L’obiettivo è quello di contribuire alla riduzione progressiva delle emissioni di gas serra e alla promozione dell’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili ed ecocompatibili.

Altro punto focale è quello delle addizionali regionali e comunali sull’Irpef che dovrebbero scomparire a favore di una “sovraimposta”. Il gettito dovrebbe restare invariato rispetto a quello che si sarebbe avuto applicando “l’aliquota di base dell’addizionale” per quel che riguarda le Regioni, mentre dovrà rimanere invariato rispetto a quello generato “dall’applicazione dell’aliquota media” per quel che riguarda i Comuni.

Entro 18 mesi il governo dovrà adottare i decreti legislativi per la revisione fiscale, i cui obiettivi sono:

  • stimolare la crescita economica attraverso l’aumento dell’efficienza della struttura delle imposte;
  • riduzione del carico fiscale sui redditi derivanti dall’impiego dei fattori di produzione;
  • razionalizzazione e alla semplificazione del sistema tributario;
  • eliminazione di micro-tributi per i quali i costi di adempimento dei contribuenti risultino elevati;
  • preservare la progressività del sistema tributario;
  • riduzione dell’evasione ed elusione fiscale.

Per l’attuazione delle delega fiscale si potranno utilizzare due miliardi di euro nel 2022 e un miliardo nel 2023, provenienti dal fondo per la riforma fiscale creato con l’ultima Manovra. Le risorse potranno essere integrate con le nuove entrate strutturali derivanti dalla lotta all’evasione fiscale. L’attuazione della delega non dovrà comunque pesare sui conti pubblici ed eventuali decreti che richiedano fondi andranno varati contestualmente o dopo i provvedimenti che reperiscono le risorse necessarie.

Il testo prevede infine un graduale superamento dell’Irap (Imposta regionale sulle attività produttive), garantendo in ogni caso il finanziamento del fabbisogno sanitario.

Il Cdm approva la bozza della delega sulla riforma fiscale: nuovi criteri per il catasto dal 2026
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