Il primo trimestre è stato negativo per quasi tutti i settori dell’industria made in Italy. Dal tessile alla plastica, metallurgica ed elettronica, macchinari e mezzi di trasporto, in particolare le auto, in ogni comparti si è registrato, secondo i dati Istat, una diminuzione annua del 3,5%, che prosegue il trend negativo iniziato nel febbraio 2023, determinando il quattordicesimo risultato negativo consecutivo.
Il calo coinvolge tutti i principali tipi di industrie a livello aggregato, soprattutto i beni durevoli. Nel settore dei macchinari, in calo di circa sei punti, influisce il lungo stand – by del mercato nazionale, in attesa del via libera dei bonus 5.0 per poter riavviare il ciclo degli investimenti da parte dei clienti.
Il mercato delle auto frena del 20% su base annua e anche rispetto al mese precedente la diminuzione è a doppia cifra. Poche le eccezioni positive, si tratta dei settori alimentari, legno, carta, chimica e farmaceutica. 
Dalle ultime indicazioni emerge una crescita record dell’economia e un aumento del Pil del primo trimestre oltre le attese. Si tratta del terzo rialzo consecutivo, pari allo 0,3%, superiore a quanto realizzato da Germania e Francia, segnale di un incremento del valore aggiunto in tutti i comparti.

Tuttavia, se è vero che la voce industria registra un valore aggiunto trimestrale in crescita, va precisato che questo valore si riferisce alla sola voce costruzioni, mentre il trend dell’industria in senso stretto risulta in discesa. Nel mese di aprile inoltre, è in calo, dopo sei mesi consecutivi di trend positivo, anche l’indice Pmi dei direttori d’acquisto, parametro che cala al di sotto della soglia critica di 50 che separa la contrazione di crescita.
Anche a livello europeo sono sempre più evidenti i fattori d’incertezza, a partire dalla Germania, prima manifattura UE. Il trend dell’industria continua a manifestare debolezze diffuse nonostante le stime di crescita per il 2024 siano state riviste verso l’alto da +0,2% a +0,3%.

Nel mese di marzo, la produzione industriale cede lo 0,4%, il 3,3% rispetto al medesimo mese del 2023, con dati negativi che interessano anche gli ordini quindi gli incassi futuri delle imprese. Negativo anche il settore dell’auto, che nonostante un trend in crescita nel 2023, vede la produzione nazionale in calo del 9%, a causa soprattutto del rallentamento della domanda per i modelli elettrici. Nel Paese aumentano anche le richieste di fallimenti che nel mese di febbraio toccano la soglia di 10 mila unità, per un totale di 4,6 miliardi di asset coinvolti, il triplo rispetto allo stesso periodo del 2019.
In discesa infine anche la manifattura che a marzo interessa anche Francia con un calo dell’industria dello 0,3% e anche la Spagna del 1,2%.

Primo trimestre in rosso per il Made in Italy
Tag:                                             

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *