Entra in vigore il 10 luglio la nuova Legge 13 giugno 2025, n. 91, meglio conosciuta come Legge di delegazione europea 2024. Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 25 giugno, la norma dà il via libera al Governo per recepire una serie di direttive dell’Unione Europea in settori strategici: dalla giustizia alla finanza, dall’ambiente fino alle tutele per i lavoratori delle piattaforme digitali.

Con 29 articoli e un allegato corposo, la legge rappresenta un passaggio cruciale per l’adeguamento dell’ordinamento italiano agli obblighi comunitari. Un atto dovuto, ma che arriva in un momento politico delicato, dove l’Europa è sempre più al centro del dibattito pubblico.

“È una legge tecnica ma fondamentale”, sottolineano fonti parlamentari, “perché consente al nostro Paese di tenere il passo delle trasformazioni imposte dal diritto UE”. Il Governo avrà ora diversi mesi per varare i decreti attuativi che tradurranno le norme europee nella realtà italiana.

Tra le priorità evidenziate dal provvedimento, spiccano gli interventi sul fronte giustizia, con un adeguamento delle norme processuali civili e penali, e sull’ambiente, dove l’Italia è chiamata a dare attuazione a una serie di direttive sulla transizione ecologica, economia circolare e tutela delle risorse naturali.

Anche il sistema finanziario non è rimasto fuori dal raggio d’azione: sono previste deleghe per l’armonizzazione normativa su cripto-attività, vigilanza prudenziale e antiriciclaggio, in linea con i più recenti pacchetti regolatori europei.

Ma la vera novità politica arriva con l’articolo 11 della legge: il Governo dovrà recepire la Direttiva UE 2024/2831 che introduce tutele rafforzate per i lavoratori delle piattaforme digitali – dai rider agli autisti delle app di mobilità.

Il testo prevede regole chiare sulla qualificazione del rapporto di lavoro, imponendo maggiore trasparenza nei sistemi algoritmici che determinano turni, valutazioni e compensi. È una piccola rivoluzione per un settore spesso lasciato ai margini del diritto del lavoro, in cui milioni di lavoratori operano in un limbo contrattuale.

“È una direttiva che cambia le regole del gioco”, commenta un esperto di diritto del lavoro, “perché obbliga le piattaforme a trattare i lavoratori come dipendenti laddove vi sia subordinazione, offrendo loro garanzie su orari, retribuzioni e coperture previdenziali”.

Con l’entrata in vigore a luglio, l’autunno sarà decisivo per il varo dei decreti legislativi. Il Parlamento seguirà l’attuazione con attenzione, consapevole che si tratta di norme tecniche ma ad alto impatto sociale.

Un’Europa più vicina, dunque, ma anche più esigente. E per l’Italia la sfida è duplice: rispettare i tempi e garantire che le nuove regole portino benefici concreti a cittadini e imprese.

Legge 13 giugno 2025, n. 91: nuove deleghe per l’attuazione del diritto europeo

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